JPEG O RAW: QUALE SCEGLIERE PER LE NOSTRE FOTO?

Guardando le impostazioni della vostra fotocamera o ascoltando qualche conversazione tra fotografi vi sarete forse chiesti quale formato scegliere per salvare le vostre foto: JPEG o RAW?

Ma in che cosa consistono i due diversi formati ormai entrambi presenti anche nei più recenti modelli di smartphone? Quali sono le loro caratteristiche e come scegliere il migliore per le nostre foto?

Vediamo insieme le differenze e i vantaggi di ognuno e cerchiamo di capire.

Cosa sono i formati JPEG e RAW

I file JPEG sono file raster, quindi immagini composte da pixel e sono i più diffusi per la condivisione, la creazione e la visualizzazione delle foto.

Quando viene generato, un file JPEG è soggetto a compressione con perdita di dati, il che significa che vengono eliminate tutte le sfumature di colore, e quindi i dettagli, che l’occhio umano difficilmente riesce a cogliere, creando così dei gruppi di pixel con colore omogeneo.

Quando si scatta un’immagine in JPEG si avrà un file a 8 bit. Il numero di bit rappresenta la profondità di colore dell’immagine. In pratica, ogni pixel di un’immagine a 8 bit, è costituito da una stringa numerica di 8 cifre 0 o 1, che combinate insieme determinano un colore. In questo modo si possono avere 256 (28) combinazioni diverse e quindi 256 sfumature di colore per ognuno dei tre colori primari.

I file RAW sono sempre file raster, anche se sono rappresentati da codice e necessitano di essere elaborati da un software per essere convertiti in immagini.

Quando un file RAW viene generato, non subisce nessun tipo di compressione o perdita dei dati in fase di registrazione. Ciò significa che contiene una grande quantità di dati al suo interno. Tutte le fotocamere digitali possono scattare foto in formato RAW e ora lo permettono anche alcuni dei più recenti modelli di smartphone in commercio, rendendoli ideali per fotografi amatoriali o professionisti.

Le fotocamere digitali possono scattare a 12 o 14 bit, in base al tipo della fotocamera, e questo significa che se salveremo il file in RAW, le sfumature di colore arriveranno a 4096 o 16384 per ogni colore primario.

Ma vediamo le principali differenze, i vantaggi o gli svantaggi dei due formati e impariamo a capire quale scegliere.

1. JPEG o Raw: il peso

I file JPEG sono circa 5/10 volte più piccoli dei RAW.

I file JPEG sono i più usati per il salvataggio e la condivisione online delle immagini, perché sono leggeri in termini di MB, il che consente di aprirli, inviarli e condividerli velocemente, mantenendo comunque una buona qualità online.

I file RAW, invece, contenendo una maggiore quantità di informazioni, sono molto più pesanti. Questo significa che il caricamento, l’invio e la condivisione richiedono molto più tempo. Inoltre, per aprire questi file servono specifici programmi e software, mentre i JPEG sono universalmente riconosciuti.

I RAW, per esempio, non possono essere inviati come semplici allegati di una mail, in quanto superano la massima capacità consentita e per gestirli in modo agevole è necessario che il PC, su cui vengono elaborati, offra delle prestazioni elevate.

Nell’immagine di seguito riportiamo il peso in MB dell’immagine RAW originale scattata con una fotocamera digitale Sony e il peso dello stesso file esportato da Photoshop in JPEG.
In fase di esportazione, ci sono diversi settaggi che possono essere modificati per ridurre ulteriormente il peso del JPEG, in base alle diverse esigenze, ma si parte comunque da una dimensione 7 volte minore!
La stessa immagine, usata come copertina di questo articolo, è stata ridotta ad 1 MB, per non appesantire la pagina e mantenere tempi di visualizzazione veloci. Nonostante questa riduzione, per una visualizzazione su sito web, la qualità è comunque sufficiente.

2. JPEG o Raw: la qualità

I file RAW hanno una qualità più elevata dei JPEG.
La scelta dipende dall’uso che faremo di quella foto.

I file JPEG sono soggetti a compressione con perdita di dati, ciò significa che alcuni dettagli, e quindi la qualità dell’immagine, vengono sacrificati per ridurre le dimensioni del file e permetterne una più facile gestione. Questo, però, altera anche l’immagine nel suo complesso, modificandone leggermente i colori.
La qualità del file JPEG è più che sufficiente per una visualizzazione da PC o smartphone, per l’uso su siti web, che molto spesso hanno dei limiti sul peso delle immagini caricate, per i social o per la stampa nei classici formati fotografici più piccoli.

Ma se quell’immagine dobbiamo modificarla e lavorarla con software di post produzione, o ingrandirla a dismisura, sono proprio i dettagli che il JPEG perde, che non ci permettono di continuare a visualizzare un file di qualità ed un’immagine ad alta definizione. Qui entra in gioco il formato RAW.

Questo, infatti, garantisce sicuramente una qualità dell’immagine molto più elevata, perché non comprime i dati raccolti dalla fotocamera. Ha, quindi, una moltitudine in più di dettagli e registra milioni di colori in più rispetto a un’immagine JPEG, restituendo una più ampia gamma di colori e tonalità. Questo garantisce un controllo maggiore sull’immagine.

Di seguito mettiamo a confronto due foto, una scattata in RAW e una in JPEG, prima nelle dimensioni originali di scatto e poi in un particolare ingrandito.
Mentre nella prima immagine è più difficile cogliere la differenza di qualità, nella seconda è sicuramente più evidente.
In questo caso, la foto scattata in formato RAW è stata prima editata, ingrandita e successivamente esportata in JPEG, mentre a destra l’immagine già scattata in JPEG è stata editata, ingrandita e salvata nello stesso formato.

3. JPEG o Raw: editing fotografico

Il RAW è il migliore formato per l’editing fotografico.

Le questioni affrontate al punto precedente ci permettono di trarre delle conclusioni importanti in questo paragrafo.

Come abbiamo detto, se l’immagine va lavorata, post-prodotta, modificata, alterata, o stampata in grandi dimensioni (come ad esempio per un cartellone pubblicitario), sicuramente il RAW è il giusto formato da scegliere per mantenere la qualità della foto. Per questo è il formato più usato dai professionisti o dai fotografi amatoriali.

L’elevata qualità del file RAW permette di modificare un’ampia gamma di impostazioni dopo lo scatto, assicurando la massima flessibilità durante l’editing.

Molto spesso le immagini in RAW vengono lavorate nei principali programmi di post-produzione, come Photoshop e Lightroom e poi salvati in JPEG o in altri formati senza perdita di dati, come PNG o TIFF, in base all’utilizzo che ne sarà fatto.

Naturalmente per visualizzare e modificare file RAW attraverso un PC, è necessario che abbia delle buone prestazioni, in termini di memoria grafica e spazio di archiviazione.

Photoshop e Lightroom, così come altri programmi di editing, si trovano anche in formato app per smartphone, in soluzioni gratuite e a pagamento. Se il nostro smartphone permette lo scatto in RAW, potremo quindi ottenere degli ottimi risultati dopo l’editing delle nostre foto, anche senza passare per il PC.

Si può modificare un JPEG con un programma di foto-ritocco?

Sì, è possibile, ma oltre ad avere meno opzioni di modifica, la qualità della foto, se si fanno modifiche sostanziali, viene compromessa ancora di più e si rischia di danneggiare il file, piuttosto che migliorarlo.

Nell’esempio sotto, la stessa foto è stata scattata sia in RAW sia in JPEG.
Dopo aver apportato le stesse modifiche durante l’editing, risulta chiara l’immensa differenza tra la resa di un file RAW rispetto al JPEG. Le zone di luce (sovraesposte) del cielo all’orizzonte, nel JPEG non vengono recuperate (rimangono bianche), mentre nel RAW tornano visibili i particolari della scena.
Il file RAW, inoltre, presenta molti dettagli e sfumature di colore in più. Basti guardare la facciata principale del faro.

JPEG O RAW: QUALITY DIFFERENCES

Di seguito, un dettaglio della zona del cielo danneggiata durante l’editing della foto JPEG.
Al contrario del RAW, la post produzione in JPEG ha peggiorato la qualità del file JPEG originale, alterando i colori del cielo, che non ha più sfumature uniformi, ma fasce di tonalità diverse con divisioni nette.

QUALITY LOSS IN AN EDITED JPEG

4. JPEG o Raw: praticità

I file JPEG sono più pratici da usare.

Questo perché non tutti i programmi di visualizzazione di foto permettono di aprire i file RAW. Per visualizzarli, sarà quindi necessario scaricare dei software specifici o convertirli in JPEG.
Inoltre, potrà capitarci di vedere file RAW in molte diverse estensioni, come .CR2, .RW2, .NEF, .ARW, .SR2, .ORF, .PEF, .RAF, in base alla marca di fotocamera utilizzata, che non sono universalmente riconosciute come invece il JPEG.

Per di più, essendo molto più pesanti, i file RAW faticano ad essere aperti dalle applicazioni, a meno che il PC non abbia delle buone prestazioni.

Dato che di solito questi file vengono poi inviati, condivisi, caricati sui social o su siti web, la maggior parte delle persone che lavora con file RAW, una volta terminata la fase di editing, salva il file in formati maggiormente gestibili, come appunto il JPEG.

Fatta chiarezza su questi punti, vediamo ora alcuni aspetti tecnici e pratici che ci serviranno nel passaggio da un file all’altro.

JPEG o RAW: come impostare i nostri dispositivi

Il formato in cui si desidera scattare può essere selezionato in tutte le fotocamere e nei più recenti smartphone, accedendo al menù delle impostazioni.
Naturalmente, essendo i file RAW molto più pesanti, il massimo numero di foto archiviatili nella memoria del telefono o nella SD della macchina fotografica diminuirà drasticamente. La scelta dipenderà sempre dall’uso che vogliamo farne.
Nelle macchine fotografiche, è possibile anche scattare una foto e salvarla in RAW+JPEG contemporaneamente: in questo modo verranno generati due file, un JPEG pronto all’uso e un RAW da lavorare con più calma. A volte questa scelta può tornare molto utile, ma ricordate che in questo modo lo spazio di memoria finirà ancora più velocemente.

JPEG OR RAW: CHANGE CAMERA FORMAT

JPEG o RAW: conversione di un file

È possibile convertire un file RAW in JPEG aprendolo con un programma di post-produzione e salvandolo o esportandolo in formato diverso dalla finestra File.
Nelle immagini sotto, vediamo come esportare un file RAW in JPEG con Photoshop.
Esistono, inoltre, alcune app online di facile utilizzo, in cui è possibile caricare direttamente una foto in RAW, trascinandola nella schermata web per convertirla in JPEG o in altri formati.

Se abbiamo bisogno di una qualità più elevata del JPEG, soprattutto in occasioni particolari come stampe di grandi dimensioni o stampe fine art, oppure se dobbiamo archiviare molti file prima dell’editing ma vogliamo preservarne la qualità, possiamo scegliere di esportare il file in PNG o TIFF, che sono soggetti a compressione ma senza perdita di dati.

Quindi, anche in questo caso, la conversione dipende dall’uso del file.

HOW TO EXPORT A FILE

Dopo aver cliccato su Esporta come…, troverete una schermata dove scegliere se esportare in JPEG o altri formati, un’anteprima a sinistra della dimensione del file, e altre impostazioni sulla destra che cambieranno ulteriormente il peso e la qualità del vostro file.

FILE EXPORT FORMAT

JPEG o RAW: alcuni esempi pratici

A livello pratico, vediamo alcuni esempi per scegliere quando scattare in JPEG o RAW.

Se stiamo scattando foto che non andremo a modificare con postproduzione e dovremo usare per i canali social o condivisione online, va benissimo scattare in JPEG: avremo così file abbastanza leggeri e veloci da visualizzare, condividere, scaricare, caricare online.

Se invece abbiamo intenzione di modificare il file in postproduzione, anche per poi usarlo su web, oppure vogliamo stampare le nostre foto, magari in fine art o semplicemente in formato maggiore del semplice 10×15 o 12×18, come ad esempio dei poster, allora dovremmo optare per il formato RAW.

Naturalmente, per tutti i lavori professionali, come le foto scattate per eventi, mostre, per lavori di grafica o per qualsiasi cliente, dato che in questi casi un minimo di post produzione è praticamente d’obbligo, bisognerà scegliere il formato RAW.

Un’ultima indicazione: i file EXIF

Ogni volta che scattiamo una foto, ad essa sono associati i dati EXIF (Exchangeable Image File Format), che forniscono informazioni riguardanti l’ora e la data di scatto, la marca e il modello della fotocamera, le impostazioni di diaframma, tempi, ISO utilizzate, e persino le coordinate geografiche del luogo di scatto (dove attivo o attivabile) e informazioni sul copyright (dove inserite).

Questi dati, meno dettagliate rispetto alle fotocamere digitali, sono presenti anche nelle foto scattate con smartphone.

Per visualizzarli basta accedere alle proprietà della foto scattata, sia da smartphone che macchina fotografica.
I dati EXIF rimangono collegati al file anche dopo l’esportazione e l’editing, la compressione e l’invio dei file, a meno che non si vogliano rimuovere di proposito con software specifici.

Questi file sono molto utili per analizzare e verificare le immagini prodotte, per capire le impostazioni utilizzate in una foto che ci colpisce e per ripeterle in analoghe condizioni di luce.
Dai file EXIF si può imparare davvero molto se si vuole migliorare la tecnica, sia analizzando e mettendo a confronto le proprie foto, scattate con impostazioni differenti, sia prendendo ispirazione dalle immagini di altri, soprattutto se ci si sta approcciando per la prima volta al settaggio in manuale delle impostazioni di scatto.

PHOTO EXIF FILE

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